La Banca del Germoplasma Autoctono Vegetale

Presentazione

Con la Convenzione sulla Diversità Biologica (Rio de Janeiro, 1992) il dibattito sulle attività di conservazione della biodiversità e delle risorse genetiche vegetali d’interesse agrario ha ripreso vigore.

Infatti, già con la Prima Conferenza Tecnica FAO sull’argomento (Roma, 1967) erano state stabilite le linee guida per le Banche del germoplasma, strutture di conservazione ex situ organizzate allo scopo di contrastare la netta riduzione della diversità (erosione genetica), conseguenza del miglioramento genetico nelle piante coltivate.

Più di recente, la Quarta Conferenza Tecnica FAO sulle Risorse Fitogenetiche (Leipzig, 1996) ha proposto il lancio di un Piano Globale di Azione sulla diversità vegetale d’interesse agrario. Sempre secondo la FAO (1998), esistono oltre 1300 strutture dedicate a questo scopo nel mondo.

L’Europa gestisce in totale circa 500 Banche del germoplasma, con circa 2 milioni di accessioni (35% del totale mondiale). In un contesto globale così rilevante ed articolato, dal 2003 è in funzione una struttura specificatamente  dedicata alla tutela delle risorse fitogenetiche del Friuli Venezia Giulia: la Banca del Germoplasma Autoctono Vegetale (BaGAV).

Nella Banca sono conservate per lo più accessioni di piante agrarie (erbacee e arboree), ma negli ultimi anni, sulla base di convenzioni e progetti di ricerca specifici, è stato inserito anche materiale riproduttivo (semi) appartenente a specie erbacee della flora spontanea della regione Friuli Venezia Giulia, in particolare entità rare e minacciate di estinzione.